Teatro San Carlo Napoli Simon Boccanegra

Per la produzione del “Simon Boccanegra” di Giuseppe Verdi al Teatro di San Carlo di Napoli, filippi Cannata è stato chiamato a firmare il progetto di illuminazione della scenografia disegnata dal celebre architetto giapponese Kengo Kuma e la sapiente regia di Marco Imperadori, realizzata in Alcantara nell’ambito della collaborazione con il brand e con EDIT Napoli. 

Al centro della scena, un grande velario di Alcantara piegato a onda, una superficie morbida e cangiante che evoca il mare, il viaggio, il tempo che scorre: un paesaggio astratto che richiama il legame tra Genova, città dell’opera, e Napoli, che ospita la produzione. 

Su questo fondale vivo abbiamo scritto una drammaturgia di luce, pensata nota per nota a partire dal libretto verdiano.


Una scenografia di luce: il velario di Alcantara

Il velario progettato da Kengo Kuma non è un semplice fondale, ma una struttura fluida che assorbe e restituisce la luce in modo raffinato. Il nostro “racconto di luce” si è sviluppato per poter leggere ogni piega del tessuto come una onda luminosa, mai uniforme, sempre vibrante, creare profondità e movimento attraverso gradazioni di bianco e differenze di intensità, trasformare la scenografia in una vera e propria materia narrativa, che cambia aspetto insieme alla musica.


La luce scritta sul libretto: dinamica, ma sempre al servizio dell’opera

Il progetto è stato costruito seguendo il libretto e l’arco emotivo dell’opera. Scena dopo scena, la luce accompagna l’evoluzione dei personaggi e delle relazioni, lavorando esclusivamente sui toni del bianco, dai più caldi e umani ai più freddi e distaccati, alle variazioni di intensità calibrate, che sostengono i climax drammatici e i momenti di sospensione fino alle transizioni fluide, mai spettacolari, sempre coerenti con la musica e con il fraseggio vocale.

Nessun colore “effetto speciale”, nessun virtuosismo: abbiamo studiato una soluzione di luce dinamica monocromatica che costruisce la psicologia della scena dosando temperatura e contrasto. 

La scelta progettuale è stata chiara sin dall’inizio: un intervento minimale, attentissimo all’equilibrio tra visibilità dei cantanti, coro e orchestra, leggibilità plastica della scenografia di Kuma e rispetto per il protagonista assoluto: la musica di Verdi.

La luce partecipa alla rappresentazione, evidenziando i diversi momenti drammatici, si ritrae quando non serve, lasciando spazio alle voci e alla partitura.

Il risultato è una drammaturgia luminosa invisibile ma percepibile, che il pubblico “sente” più che vedere consapevolmente.

L’obiettivo dichiarato del progetto era semplice e ambizioso: far viaggiare lo spettatore con la fantasia e coinvolgerlo emotivamente in ogni fase dell’opera.

La risposta del pubblico e della critica ha confermato che questa intenzione è arrivata in sala: la luce ha lavorato sottotraccia, ma in modo decisivo sul piano emotivo. 

Lavorare fianco a fianco con Kengo Kuma è stato un percorso progettuale e umano di grande valore, un genio assoluto dell’architettura.


Filippo Cannata per il Teatro San Carlo

Con “Simon Boccanegra” al Teatro San Carlo di Napoli, Filippo Cannata conferma la propria esperienza nella illuminazione scenografica nella progettazione e nella creazione di progetti che uniscono rigore tecnico, cultura della luce e capacità di dialogare con i più grandi nomi dell’architettura internazionale.